Eric Berne, dalla psicoanalisi alla PsicoAnalisi Transazionale

berneEric Berne (Eric Leonard Bernstein), nasce a Montreal, in Canada, nel maggio del 1910. A lui, medico e psicologo canadese, si deve la teoria chiamata Analisi Transazionale. Abbreviò il suo nome “americanizzandolo” quando nel 1938 ottenne la cittadinanza statunitense.

Figlio di un medico e di una scrittrice Berne proviene da una famiglia ebraica giunta nel nuovo continente da Polonia e Russia. Il padre di Berne, che lui era solito accompagnare nelle visite ai pazienti, morì di tubercolosi a soli 38 anni quando Eric ne aveva soltanto 11. Nel 1935 Eric si specializza in chirurgia alla McGill University, l’università che hanno frequentato anche i suoi genitori.

Grazie alle sue esperienze con gli Alcolisti Anonimi, al recupero psicologico dei veterani del Vietnam e della seconda guerra mondiale comincia ad elaborare una propria teoria che amava definire leggibile e familiare per il suo linguaggio particolarmente comprensibile ed accessibile (che poi si rivelò anche una falla del sistema analitico transazionale). Ma ad onor di cronaca va detto che tutto questo ebbe inizio dal rifiuto ricevuto dalla psicoanalisi.

Nel 1941 dopo aver aperto uno studio privato e lavorato come psichiatra militare comincia il suo tirocinio da psicoanalista con Paul Federn.Dalle consultazioni con Federn nascerà, anni dopo, la Teoria degli stati dell’Io. Nel frattempo aveva sposato la prima moglie Elinor, da cui nacquero Ellen e Peter.

Nel 1947, quando il conflitto mondiale è terminato, riprende la psicoanalisi questa volta con Erik Erikson e completa con lui gli studi che lo dovevano portare ad entrare nel mondo degli eredi di Freud. Nel frattempo ha divorziato dalla prima moglie e nel 1949 ha sposato Dorothy da cui avrà due figli. Da Dorothy divorzierà nel 1964.

Nel 1950 è diventato psichiatra del Mount Zion Hospital di San Francisco e ha continuato la collaborazione con l’esercito in modo proficuo tanto che continuamente viene chiamato a svolgere lavori sui veterani di guerra. Con questo lavoro sfida le sue capacità intuitive ed elabora modi per fare diagnosi in poche battute, quelle concesse in alcune brevi visite con i soldati.

Nel 1956 la sua candidatura a diventare psicanalista viene bocciata, gli viene suggerito di continuare per altri quattro anni l’analisi  prima di chiedere un nuovo riconoscimento.

Un duro colpo che però Berne capovolge a suo favore cercando di tentare un approccio nuovo e più originale alla psicoterapia accessibile e fruibile molto più di quanto non lo fosse la psicoanalisi e il mondo psicoanalitico che lo avevano rifiutato.

Nel 1957 pubblica il suo primo articolo e avvia alla nascita l’Analisi Transazionale, ovvero il suo metodo di diagnosi e cura. I punti fondamentali di queste sua nuova teoria sono l’analisi strutturale (Genitore, Adulto, Bambino) e la teoria dei giochi e del copione. La terapia di gruppo viene eletta come l’ambito in cui meglio può essere usata la teoria delle transazioni, in quanto nel gruppo si ha uno spaccato di società, di vita quotidiana che permette di lavorare con il paziente ottenendo informazioni a più livelli.

I primi sei articoli che Berne scrisse dando avvia al suo approccio vennero poi riuniti in “Intuizione e stati dell’Io” dove si trovano in nuce proprio i principi di quella che sarà la sua teoria. L’intuizione sarà un argomento a cui Berne resterà sempre legato anche nelle teorizzazioni più mature. Del resto sulla base dell’intuizione e attraverso di essa si potrebbe dire che si forma la personalità stessa e allo stesso tempo grazie ad essa si può lavorare su un progetto terapeutico che il paziente percepisce essere il meglio per lui. Anche il terapeuta lavora sulle intuizioni che ha come osservatore formandosi continuamente ipotesi e diagnosi che verifica attraverso domande e osservazioni specifiche volte a trovare conferme.

Notevole resterà sempre l’influenza della psicoanalisi nelle teorizzazioni di Berne, poichè pur avendone preso le distanze ne era stato comunque affascinato e formato per anni da alcuni grandi maestri. I concetti fondamentali del Transfert, Controtransfert ma anche del Setting e dell’Inconscio stesso non verranno mai abbandonati da Berne. La stessa pulsione non viene del tutto superata piuttosto denominata da Eric come energia.

complementareProbabilmente la vera svolta è il terzo articolo di questa serie che ha derminato la nascita dell’AT, pubblicato nel 1953, e avente come argomento la Comunicazione. Dai suoi studi Berne percepisce che le persone talvolta comunicano un messaggio che non vogliono e sottendono un’informazione che è il reale contenuto di ciò che vorrebbero trasferire agli altri. Quanto più è presente una patologia tanto più il contenuto della comunicazione e il reale significato (messaggio psicologico) si allontanano.

Berne chiama le unità comunicative Transazioni, da cui il nome della sua teoria, poichè dalla comunicazione della persona si può risalirciao-e-poi_37702e alle altre informazioni e al suo modo di stare in relazione con l’altro.

Tra i testi scritti da Berne alcuni hanno avuto un particolare impatto sulla società dell’epoca per il loro carattere divulgativo e comprensibile. Si tratti di “Ciao!… E poi?”; “A che gioco giochiamo?” e “Fare l’amore” cui si aggiungono testi dal carattere più manualistico come “Analisi Transazionale e Psicoterapia”, “Intuizioni e stati dell’io” e “Principi di terapia di gruppo.”

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