La casa dei sette ponti: perdonare e ri-decidere

Una storia piccola piccola “La casa dei sette ponti” di Mauro Corona, ma una metafora della vita che fa di questo libro di poche pagine decine di pagine uno spunto per tante tematiche: i valori, il lavoro, l’appartenenza, i rapporti familiari… Una favola moderna che regala una morale senza bacchettare, con poca superbia.

Una vita all’insegna dei bisogni più alti (successo senza passare per accudimento, autoaffermazione senza passare per  appartenenza) dimenticando quelli di base. Imprenditore impavido e spregiudicato, ha sfidato l’economia cinese che ha conquistato Prato, la città dove ha deciso di vivere e far crescere la sua impresa, e con tenacia e impegno ha tenuto botta per anni diventando per tutti il “re della seta”. Ha lasciato indietro gli amici, una vita sentimentale, forse anche la sua stessa identità e umanità per inseguire l’obiettivo che si era prefisso. Lo scopo lo ha raggiunto in effetti, ma con quali costi? A cosa ha rinunciato?

L’industriale non ha fatto i conti con il passato, quel passato che non è possibile cambiare ma che tuttavia ci fa quello che siamo. I ricordi e la vita vissuta che dicono di noi e di quello che diventiamo e proprio come tali hanno necessità di essere compresi e accolti. Non si è mai fermato a pensare ai legami interrotti, alle scelte fatte proprio per tenere distanti ricordi e vissuti. Eppure… eppure una casa umile in una vallata che è  un paradiso terrestre, un incidente improvviso e la necessità di fermarsi un attimo a pensare saranno proprio la chiave di volta per continuare ad andare avanti, sì, ma stavolta con la consapevolezza della propria vita, delle proprie scelte. Sette ponti reali, o sette ponti metafora del bisogno di perdersi un po’ per ritrovarsi ancora. Uno alla volta da percorrere nel freddo e nella nebbia dei boschi per ritrovarsi, per  ricominciare a tessere fili con la propria storia e le decisioni di un tempo, per perdonare, soprattutto se stesso, e decidere quale futuro scegliere per sè alla luce delle nuove consapevolezza.

Il libro sembra ripercorrere proprio le vie di una psicoterapia, i ponti appaiono come momenti di sosta e riflessione per mettere sotto la lente di ingrandimento i vissuti più salienti, per riappropriarsi della propria identità con autenticità.

 

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