La Supervisione: chiedere aiuto per crescere

 

La supervisione è uno strumento di cui si avvalgono diverse professioni che operano nel campo del sociale e della salute, serve a monitorare l’andamento di un progetto, di una terapia. In alcuni casi si tratta di una scelta diretta dall’alto per dare struttura e direzione, in altri di una richiesta dal basso; una richiesta che nasce per necessità e voglia di non fermarsi di fronte agli ostacoli quanto piuttosto aprirsi per trovare alternative e nuove riflessioni che consentano di proseguire il percorso. Il “capitale umano” che si produce negli incontri, che si intensifica attraverso le relazioni di terapia, che è parte integrante del lavoro di analisi stesso, necessita di un’attenzione specifica e costante e, talvolta, anche di una comprensione e visione super partes. La supervisione è, soprattutto inizialmente, un momento di confronto e crescita per affinare le competenze cliniche e di pianificazione di un caso; ma anche, con il passare degli anni e con l’esperienza, uno spazio ove trovare dialogo e spunto per risolvere impasse o comprendere i motivi personali di un blocco rispetto a determinate tematiche o a determinate tipologie di casi. Uno spazio dove rivedere, e ripensare, transfert e controtransfert in modo protetto così da salvaguardare la relazione terapeutica. Talvolta la supervisione continua nella terapia personale perchè apre nuove maglie nel proprio processo di crescita personale, altre volte è “solo” uno scambio professionale che aiuta a maturare un pensiero clinico critico che permette di affrontare alcune difficoltà nella relazione teraputica.

La SSPIG declina la supervisione in due diverse maniere, pur mantenendo sempre lo stesso assetto teorico e il proprio quadro di riferimento: durante i primi due anni di formazione riserva degli spazi durante le maratone (i fine settimana di didattica) per supervisionare le esercitazioni che gli allievi fanno tra pari e fornire un metodo di lavoro che faccia delle difficoltà campanelli d’allarme o punti su cui tornare; durante i successivi due anni, a questa attenzione aggiunge quella specifica per i casi che gli allievi hanno cominciato a seguire presso il Centro Clinico della scuola. La supervisione, che è parte integrante della formazione, avviene in gruppo tra colleghi specializzandi e didatta, il che consente un confronto allargato e la possibilità di avere più punti di vista, oltre che di poter offrire il proprio ai colleghi. Un tale assetto, inoltre, si rivela fecondo di chiavi di lettura ed esperienze molteplici che ognuno può, se vuole, condividere. La supervisione durante gli anni di formazione è costante proprio perchè si pone come accompagnamento verso la pratica professionale.

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