Un corto per comprendere la spinta “Sii perfetto”

In Analisi Transazionale si chiamano Spinte o Controingiunzioni quei messaggi, ricevuti soprattutto dai propri genitori e dal canale verbale, che muovono affinchè ci comportiamo in una determinata maniera. Abbiamo imparato che da questi comportamenti si possono ottenere tutta una serie di vantaggi consci e inconsci di cui spesso neanche ci rendiamo conto e tendiamo a ripeterli anche quando i vantaggi non sono più disponibili. A riflettere su questi messaggi, che vengono incamerati dal Genitore interno e riproposti al bisogno, fu Kahler che annotò per diverso tempo i comportamenti, le espressioni del viso e perfino le parole delle persone, giungendo a categorizzare 5 tipi di spinte che caratterizzano le persone in modi variabili, a seconda delle esperienze vissute e delle interiorizzazioni fatte.

Una in particolare, tra le cinque (le altre sono: compiaci, sii forte, sbrigati, dacci dentro), è quella relativa all’ideale di perfezione (sii perfetto) che porta ad una ricerca continua di modi per fare le cose sempre nella migliore delle maniere possibili o ad una incessante volontà di trovare le parole adatte per dire le cose nel modo più accurato. Le spinte fanno parte di quel Copione che sappiamo essere la traccia su cui si dipana la vita fin quando non ci si accorge di voler fare qualcosa di diverso per cambiare qualcosa che si vive come costrittivo o deleterio.

Il corto di Karen Lin sembra riassumere, perfettamente verrebbe da dire, le caratteristiche di questa spinta, ovvero una continua richiesta da parte dell’esterno di soddisfare aspettative sempre più grandi e precise che ad un certo punto diventa motivazione interna a ricercare continuamente lo stesso irraggiungibile ideale di essere il massimo, l’impeccabile.

Le spinte sono allo stesso tempo struttura e costrizione perchè se da un lato contribuiscono a generare disciplina e metodo, nel caso del perfezionismo, dall’altro se non vi è consapevolezza e volontà da parte dell’individuo sono una condanna perenne ad essere in una data maniera e a soffrire di questo. Le spinte, dunque, se  le lasciamo agisre in automatico non ci permettono di tenere conto di emozioni contrastanti, di sensazioni spiacevoli, anzi sembra proprio mettano da parte questi campanelli d’allerme in nome di un ideale più importante della persona stessa.

L’uscita dal copione, spesso raggiunta attraverso un’analisi personale, consiste nell’Autorizzazione (o Permesso) a non far più conto della spinta in modo distruttivo. Nel caso del Sii perfetto l’autorizzazione consiste nell’ascoltare e fare proprio il messaggio che si è abbastanza bravi così come si è, del resto a ricercare la perfezione si rischia uno sforzo continuo e senza fine poichè tutto è sempre perfettibile e migliorabile.

 

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